San Paolo è senz'altro il più grande missionario di tutti i tempi. Non conobbe personalmente Gesù Cristo ma, dopo la sua folgorante chiamata sulla via di Damasco, ne divenne un discepolo fra i più grandi, perorò la causa dei pagani convertiti, fu l'Apostolo del le Genti. L'Oratorio si articola in più quadri e si apre con la lapidazione del protomartire Stefano cui Saulo, allora fiero sostenitore delle tradizioni dei padri accanito persecutore dei cristiani, fu presente pur non partecipandovi direttamente. La visione di un cristiano che muore come Cristo, perdonando i suoi persecutori, lo tocca profondamente, gettando un seme nel la sua anima che lentamente germoglierà fino a far maturare in Paolo la coscienza che i cristiani sono Gesù Risorto.
Continuando la sua persecuzione, sulla strada per Damasco il Signore gli si rivela. Una luce dal cielo l'avvolge e una voce gli dice: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? [ …] Io sono Gesù che tu perseguiti. Alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». Da quel momento nasce Paolo, l'Apostolo delle Genti. Egli si ritira nel deserto per meditare sul dono ricevuto, trascorrendo tre anni nel più assoluto raccoglimento, dopo i quali inizia a predicare il messaggio evangelico nel mondo mediterraneo di allora, affermando di «non essere più lui a vivere, ma Cristo stesso a vivere in lui». La scoperta che Cristo è vivo nella Chiesa come in Stefano e negli altri cristiani lo spinge a dare la vita per lui. Con la sua parola opera la prima e fondamentale diffusione del Vangelo in mezzo ai popoli. I suoi scritti, ripercorsi negli ultimi quadri dell' Oratorio, ci introducono nel mistero di Cristo, umiliatosi fino alla morte di croce per la salvezza dell'uomo, ci parlano del suo amore, la "caritas", che tutto può, che è la più grande e il fine di tutte le virtù. Paolo si conforma dunque al suo Signore e infine lo segue fino al martirio, fino a identificarsi con lui stesso. L' Oratorio termina con una marcia che sembra scandire i passi dell' Apostolo verso la sua unione definitiva con Cristo. In questa marcia, che termina con il tono trionfale di un inno di lode, si odono le sue parole «Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Né la persecuzione ... né la spada ... né la morte! ».
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